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Storia

a cura di Antonio Cavallo

PRESENTAZIONE

Non risulta esistere una vera e propria storiografia sulla Polizia Municipale italiana, nè alcun tentativo organico da parte di storici delle istituzioni cittadine su questa tipologia di Polizia elementare di base.
Esiste, certamente,una valanga di documenti insieme a tante isolate analisi di esperienze comunali,ma non esiste un testo unico di riferimento per chi abbia desiderio di occuparsi del nostro mondo nel “suo insieme” antico, moderno ed attuale, sepolto sotto secoli di vite sempre separate e spesso conflittuali,le une contro le altre.

Viviamo, pertanto,circondati da moltissime storie di polizie municipali,scritte come “ gocce di autonomia” da parte di uomini obbligati, come categoria, ad indossare l'abito e le vesti prescritte dal dominus d'epoca e che li avrebbero fatti identificare visivamente per le vie delle città in forza di regole e norme giuridiche fatte valere nel proprio Stato o nella propria città.

Difficoltà e disagio fortemente avvertiti anche da chi scrive per non aver potuto godere dell’opportunità di consultazione ed analisi dei tanti Atti e Statuti cittadini depositati nei gloriosi Archivi Comunali e di Stato,specialmente in quelli del Nord, precocemente più sensibili alla cultura del formarsi del potere e del diritto comunale.

Mi auguro che la mancanza di una simile fortuna valga a giustificare il presente temerario tentativo di mettere insieme una nostra specifica bozza di storia da scrivere insieme, in fieri,e proposta come metodologia di “massima”,da implementare,via via, con il prezioso contributo partecipativo dei tanti validissimi colleghi operanti nelle variegate realtà socio-culturali del nostro Paese.

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ORIGINI STORICHE - LA NOSTRA GENESI

Le origini della Polizia Municipale affondano le radici nella storia antica romana e nei nuovi principi della Costituzione repubblicana del 1948.

L'aggettivazione "municipale" sta a ricordare il Municipius, la città romana abitata dai municipes, cioè da coloro che partecipano ai pubblici oneri e relativi onori(munus capere).

Il nucleo costitutivo dell’attuale Polizia Municipale è una riproduzione degli antichi istituti giuridici romani, sopravvissuti, mutatis mutandis, ad oltre duemila e cinquecento anni di storia.

I Vigili Urbani, infatti, nascono nell’anno 493 a.C., dell’era volgare, in Roma, con la costituzione dei Vigili plebei, guardiani del Tempio di Cerere, ai piedi dell’Aventino, dove erano depositati i “plebis scita”(norme votate su iniziativa dei tribuni) e la cassa della plebe.

Nel 367 a.C., nel clima di pacificazione interna, ad essi furono aggiunti i Vigili curuli, di estrazione patrizia, che si alternavano di anno in anno con i plebei:ad entrambe le categorie venivano assegnati compiti particolari in materia di polizia urbana, sorveglianza dei documenti conservati nell’archivio di Stato (tabularium), nel controllo delle strade cittadine, delle costruzioni e degli edifici pubblici, del mercato (annonari) e dei prezzi, nella repressione delle frodi nei commerci, nella verifica dei pesi e misure, con la conseguente incriminazione di coloro che trasgredivano le norme contenute negli Editti e nei Regolamenti specifici, attraverso due procedimenti giudiziari (actiones aediliciae), destinati a garantire contro ogni occultamento e manipolazione. Giulio Cesare costituì un nucleo speciale di “Vigili cereali”, plebei, con il compito di vigilare sull’approvvigionamento alimentare della città. Il Vigile romano, dicono i documenti del periodo monarchico, repubblicano e imperiale, ebbe un ruolo fondamentale come pubblicus minister, ministro della vita cittadina, sacro sigillo primigenio della romanità, custode dell’ordine cittadino, curatore della sicurezza urbana e del normale svolgimento della vita sociale.

Cesare Augusto

Memorabile l’Editto dell’Imperatore Tiberio sui “Vigili viari “ per il controllo notturno dei carri rumorosi, ed il loro forte sviluppo sotto l’imperatore Cesare Augusto (29 dopo Cristo), che arrivò a reclutarne fino a 5 Coorti, con funzione di spegnere anche gli incendi, filo conduttore, quest’ultimo, sviluppatosi fino ai nostri tempi.
Le Cohortes, erano formate da due distinti organi di vigilanza, con pari dignità nobiliare, uno dei quali doveva mantenere l’ordine durante le ore notturne agli ordini del Praefectus Vigilum e l’altro doveva difendere le mura della città dagli attacchi esterni, agli ordini del Praefectus Urbis.
Le unità delle Cohortes non erano formate da militari, ma estrinsecavano le loro funzioni solo esclusivamente all’interno della città e nell’interesse della stessa, a tutela del rispetto dell’ordine pubblico e delle regole della convivenza civile. Con le riforme di Costantino, nel 312 d.C., il Praefectus Vigilum passò sotto la giurisdizione del Praefectus Urbis.
L’attuale Polizia Municipale rivendica orgogliosamente queste sue radici storiche, che quotidianamente si impegna a far rivivere come “polizia di prossimità”, con lo spirito civile della “pietas” romana, miscela armonica dell’unicità comunitaria tra il Senato e il Popolo, tra l’èlite ed il popolo: Senatus Popolusque Romanus. L’eternità di questa civiltà suggella il destino della Polizia Municipale, suo futuro e sua spalla presente, vocata al richiamo arcaico di questa identità sociale, di ciò che è rimasto di grande dopo le tante invasioni barbariche, nel solco di una luminosa tradizione che non può aver fine, pena il ritorno ad oscurantistiche storiche disavventure di regresso e di confusione interistituzionale.

Questo originario nucleo definitorio accompagna l'evoluzione-involuzione di questa peculiare figura istituzionale, cresciuta all'ombra del campanile locale, alla quale viene demandata, in ogni tempo, la funzione del controllo delle regole che disciplinano la vita comunitaria, con le più fantasiose denominazioni, ma sempre presente sul territorio, in un rapporto madre-figlio, per la tenuta della comunità organizzata nel diritto.
Durante il periodo feudale, attraverso l’istituto dell’investitura, si vivono esperienze locali le più varie e fantasiose, molte delle quali parlano di concessioni, a tutto arbitrio, di poteri in capo ad Ufficiali baronali, ducali, della Bagliva, aventi “tutti gli onori” e facoltà tutte, per effetto del privilegio “vices et voces nostras cum gladii potestate”.

Riacquista l'antico splendore quando, con il rifiorire dell'economia italiana e con il contemporaneo indebolimento dell'Autorità Imperiale, si formano, subito dopo l'anno Mille, i Comuni medioevali, che danno ai cittadini il senso profondo dell'appartenenza ad una specifica comunità. Non possiamo non ricordare il costante impegno di Federico II di Svevia per limitare su vari fronti le crescenti Autonomie cittadine, base dell’identità comune, che aspirano alla funzione di “autogoverno” attraverso le libertates comunali,difese dagli stretti collaboratori del podestà locale. Quando il podestà di Milano,Pietro Tiepolo, Capo della coalizione-fazione dei Comuni d’Italia, sconfitto (1237) nella strage di Cortenuova, sfila prigioniero in catene per le vie di Milano insieme al Carroccio, simbolo delle libertates,del patriottismo cittadino,insieme al Capo sfilano anche i defensores libertatum, diventati sempre più laici e ribelli, sempre più numerosi man mano che l’Europa apre le sue città e le sue Scuole ad un “nuovo sapere”, ad una visione del mondo naturale ed etico che cambia lo stile della vita individuale e collettiva, a nuovi maestri che insegnano “ con nuovi modi e nuove ragioni ” “nuove discipline” cosmopolite (rivoluzione culturale araba).

L'epoca dei Comuni medioevali, in cui le funzioni di tutela dell'ordine pubblico sono affidate ad un incaricato speciale chiamato "Bargello", si chiude definitivamente. Con il crescere dei Comuni e fino al XVI secolo, i numerosi enti di autogoverno locale hanno amministrazioni parlamentari e sentono il bisogno di istituire vere e proprie milizie, con tutti i poteri sul territorio di loro giurisdizione.

Prime tracce di formazioni civiche di difesa e di ordine sociale si rinvengono nella costituzione del “Collegio dei Signori della notte”, fondato nel 1274 dalla Repubblica di Venezia, con funzioni di vigilanza notturna per contrastare fenomeni di criminalità e di prostituzione. Nel 1288, nella città di Albenga si riparte con la costituzione di una Milizia Vigilum, di epoca romana. Dagli Statuti locali veniamo a sapere già dell'esistenza “De Guardis Civitatis” con funzioni di polizia urbana e “De Camporum Paries” che svolgevano funzioni di custodia del territorio. A Torino viene costituito un “Nucleo difensivo cittadino dei Civich”.

Nel periodo delle Signorie, e per tutto il XVIII secolo, si registrano presenze di milizie cittadine, municipali, civiche, intruppate secondo un ordinamento gerarchico, con compiti istituzionali di difesa delle città e del loro ordine interno.

E questa matrice di organizzazione difensiva la si ritrova all'origine della formazione degli Eserciti regolari ed alla costituzione delle stesse attuali Forze dell'Ordine dello Stato.

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GUARDIE COMUNALI PRE-UNITARIE

A Livorno, già nel 1745 si trovano prime tracce di polizia locale nel Granducato di Toscana. Nella città di Aosta, di cultura savoiarda, è comprovata la costituzione delle "Guardie comunali", a far data dal 1776, destinate a costituire il primo nucleo originario della moderna Polizia dei Comuni.

Regolamento Aosta (REGLEMENT)
Regolamento Aosta
(REGLEMENT)

Agli inizi dell'800, molte idee ed istituzioni nuove fanno ingresso in Italia, specialmente nel Meridione, portate dalle truppe francesi, messaggere di tante innovazioni prodottesi, in quel periodo, nel loro Paese. Una di queste è la modifica, pressoché totale, dei sistemi amministrativi dei Comuni, ove vengono istituite "Guardie civiche" per la difesa dello Stato, per il mantenimento dell'ordine e dell'obbedienza alle leggi, per la protezione delle persone e della proprietà.

Nel Regno di Napoli, a seguito dell'abolizione della feudalità (Legge 2 agosto 1806), molte giurisdizioni e diritti tenuti dai feudatari passano nella competenza delle Università (Comuni e Corporazioni), per cui i protagonisti della vita pubblica cominciano ad essere i cittadini stessi, che eleggono, su indicazioni regie, Sindaci ed Eletti (Comandanti).

Con legge 12.12.1816 vengono fissate, per la prima volta, le attribuzioni del Sindaco e del Primo Eletto in materia di Polizia Urbana e rurale. Di ispirazione illuminista francese sono gli articoli 57 "Il Sindaco di ogni Comune in cui non risiede il Giudice di Pace esercita la polizia giudiziaria ed è rivestito della giurisdizione locale (contravvenzioni di Polizia Urbana e di Polizia rurale, competenza dicotomica peculiare della cultura borbonica) e 58 " Il Primo Eletto è all'immediazione del Sindaco, incaricato principalmente della Polizia Urbana e Rurale, che gestisce a norma di leggi e regolamenti, giusta le istruzioni che gli verranno date dal Consiglio dei Decurioni. Egli formerà atto di tutte le contravvenzioni di polizia e ne provocherà la punizione davanti al Giudice competente; esercita il Ministero pubblico, sia presso il Giudice di Pace, sia presso il Sindaco, e può, in caso di flagranza di contravvenzioni alla Polizia Urbana,infliggere e far riscuotere le multe prescritte dal relativo regolamento; è nel dovere di tenere nella Cancelleria comunale un registro esatto della Contravvenzioni e delle multe applicate "altrimenti ogni esazione a titolo di multa sarà considerato come arbitrio". La sua nomina è riservata alla competenza dell'Intendente della Provincia che, a sua volta, dopo aver richiesto al Sindaco del Comune interessato una terna di persone rispettabili e di sicuro affidamento, sceglie il nominativo più rispondente ai requisiti ed alle aspettative della Corona. Come Capo urbano, è responsabile di persona del servizio e delle armi in dotazione, ed in caso di sua assenza o impedimento, viene sostituito da un Sottocapo. Entrambi ottengono dal Re la facoltà di cingere la sciabola, invece del cangiaro (specie di pugnale), che possono portare anche fuori dell'ambito del Comune di residenza. Vestono una giacca bleu con collaretto rosso, ornato sul lembo da due gigli di Francia d'argento (alte un'oncia e tre linee per i Capi e un'oncia per i Sottocapi. Portano un cappello appuntato, fregiato da coccarda rossa ed ottengono anche di poter far uso "di giambera e di frak ", con precisazione reale di evitare abusi e "che da nessuno si faccia (per la divisa) montatura militare".

Decreto Sovrano di Maria Luigia
Il Decreto Sovrano di Maria Luigia, Principessa Imperiale,
per la Grazia di Dio, di Parma, Piacenza e Guastalia,
riguardante l'Amministrazione
dei Comuni dipendenti

Abbandonata la tradizione orale, vengono scritti, in questo periodo, i primi veri e propri regolamenti di polizia urbana e rurale, raccolti in testi organici, contenenti attività limitatrici dei diritti dei cittadini. E' il momento della stesura dei primi Regolamenti - tipo, "perché si osservi una certa uniformità": la Polizia Municipale cura la conservazione della tranquillità e dell'ordine pubblico interno, la Polizia Rurale tutela la salubrità, la sicurezza e la custodia delle campagne e degli animali, mentre la Polizia amministrativa cura la pubblicazione dei Regolamenti dei due Corpi, insieme alla loro esecuzione giudiziaria.
Queste nuove Istituzioni civiche, proporzionate nella composizione al numero degli abitanti, vengono scelte tra le personalità oneste, sotto la responsabilità dei rispettivi Sindaci, con l'obbligo di concorrere con la forza degli altri Comuni al conseguimento degli stessi obiettivi
A Parma, antica città d'oro, primo Comune pienamente autonomo già dal 1087, assurta a splendore rinascimentale, prima Città d'Italia a munirsi (1500) di un Archivio di Stato, il 30 aprile 1821 con Decreto sovrano controfirmato dall'Arciduchessa d'Austria, Maria Luigia, nascono le "guardie comunali".

Nel 1825, ad Acerenza, in provincia di Potenza, viene approvato il  Regolamento di Polizia Urbana, con conseguente istituzione delle “Guardie comunali”. (Michele Forenza)

Nel 1826 nasce ad Eboli, nel salernitano, il Corpo di Polizia Urbana.

A Cava dè Tirreni, il 7 aprile 1827, il Re di Napoli, Francesco 1°, con apposito decreto, dispone che nella detta località del suo Reame venga istituito un Corpo. Ma di Corpi di Polizia cittadina , chiamati anche "Guardia Nazionale", a similitudine delle guardie Nazionali di Parigi, si comincia a parlare in tutta Italia.

Corpo dei vigili di Parma
Comandante Capitano Francesco Saccà

A Sassari, nel 1836, il Re di Sardegna, Carlo Alberto,costituisce anche in quella città “Un ufficio di guardie civiche”.

Nel 1831, in Toscana, sorge a Prato il primo Corpo di Polizia Urbana, a Pisa nel 1852 e a Firenze nel 1854, mentre a Genova, nel 1853, viene istituito il Corpo di Polizia Municipale e a Torino, nel 1861, nascono i primi Drappelli di Guardie Municipali.

Il 28 marzo 1848, a Messina, auspice il Comandante Capitano Francesco Saccà, eroe risorgimentale, nasce il Corpo delle Guardie Municipali con questo storico Avviso: Tutti coloro che vogliono appartenere al Corpo di Polizia Munipale possono da oggi in poi rilasciare le loro domande nel posto della Santissima Annunziata. Si avverte che ogni guardia avrà il soldo di tarì 3 al giorno e il vestiario.

Nel 1859, il Regno di Sardegna conferisce alle Guardie Municipali le funzioni di Pubblica Sicurezza  (Artt. 133 della legge 13.11.1859, N. 3720), nel 1889 con  Regio Decreto n. 5921 si vieta ai Comuni di dotare i Corpi di Polizia Locale con divise e distintivi eguali a quelle delle Forze Armate dello Stato.
Dalla fine dell’800 in poi si diffonde in tutt’Italia il ricorso alla costituzione di Guardie Comunali, dipendenti dai Sindaci, per il rispetto dei Regolamenti Comunali.

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LA FONDAZIONE DELLE GUARDIE MUNICIPALI

Corpo dei vigili di Parma
Corpo dei vigili di Parma agli inizi del ‘900

Avvenuta l'annessione delle province meridionali al Regno di Sardegna - proclamato "d' Italia" nella prima seduta del nuovo Parlamento Nazionale, tenuta a Torino l'8 febbraio 1861, molti Consigli comunali di tutt'Italia cominciano ad adeguare l'Amministrazione cittadina alle Istituzioni Unitarie e , in applicazione della legge comunale e provinciale sarda n. 3702 del 23 ottobre 1859, deliberano la formazione di drappelli e Corpi di Guardie Municipali, con il compito di prevenire e reprimere i reati, far osservare i regolamenti e le ordinanze delle Autorità di polizia urbana, di igiene e sanità pubblica, di edilizia, e di attendere allo adempimento di tutti gli incarichi, d'interesse locale, affidati agli agenti di P.S., ai quali sono equiparati ex art. 261 c.p.- La Polizia Statale viene impiegata nella salvaguardia dell'ordine pubblico nelle Città, nella tutela delle persone e dei loro beni e, nel Sud, nella lotta al brigantaggio e alla delinquenza diffusa. Verso la fine del secolo, a seguito del progressivo svuotamento di funzioni, le Guardie Municipali si trasformano in polizia locale, cui viene demandata, in via principale, la vigilanza sulla corretta osservanza dei Regolamenti comunali ed incominciano a chiamarsi Vigili Urbani.
Nello Stato unitario l'importante funzione della polizia urbana, istituzione che evolve il proprio ruolo al passo con le esigenza della gente e con velocità che cambia da una Regione all’altra, rimase politicamente disatteso. Lo Stato accentratore, gravido di timori e gelosie, non pensava di certo ad esaltare le Autonomie locali, che riteneva elemento disgregante dell'unità nazionale, faticosamente raggiunta. E' lontano ancora il processo di decentramento politico-amministrativo.
Nel 1887, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Francesco Crispi, con un Disegno di Legge si lamentava, in contrasto con i Sindaci,dello scarso contributo alla Pubblica Sicurezza offerta dai Consigli Comunali.

Martina Franca, 1925: Corpo delle Guardie Campestri Comunali
Martina Franca, 1925: Corpo delle Guardie Campestri Comunali

Negli anni precedenti la prima guerra mondiale, i Corpi delle Guardie Municipali raggiungono un notevole livello di efficienza, con un ruolo di primo piano in ogni settore della vita cittadina. I Corpi di Polizia Urbana d'Italia risposero all'appello generale della difesa della Patria nel corso del Primo Conflitto Mondiale, e soprattutto della Seconda Guerra Mondiale.
Su di un consuntivo di 1600 unità, ben 746 vennero richiamati a tutto il 30ottobre1945, così ripartiti: Esercito 688, Marina 37, Aviazione 21, Caduti in guerra 11, Dispersi 9, trattenuti alle armi 27, Mutilati 14, Feriti 57, Decorati al valor militare 6 (CROCEVIA, febbraio 46 n.2).

Negli anni ‘30 la complessità dei compiti affidati ai Vigili Urbani, organizzati diversamente secondo le varie realtà locali, induce le Amministrazioni comunali ad ampliare l'organico dei Corpi armati, rinnovando armamento ed uniformi, adeguati al prestigio crescente delle Città.

Bari 1930: il Corpo dei Vigili Urbani
Bari 1930: il Corpo dei Vigili Urbani

Il T.U. della legge comunale e provinciale del 1934, che disciplina gli Organici Comunali, conferisce ai Comuni il diritto-dovere di istituire i servizi di polizia locale per soddisfare gli interessi dei cittadini, con organizzazione interna e stato giuridico rimessi, quasi interamente, alla discrezionalità delle Amministrazioni.

La posizione giuridica delle Guardie Municipali dà sempre luogo a perplessità e contrasti, in dottrina e in giurisprudenza: anche se costituite in Corpi regolarmente riconosciuti, vengono assimilate alla categoria dei salariati, finchè la maggior parte dei Comuni provvede a comprenderle in una categoria a sé stante, detta degli "agenti", equiparate giuridicamente ed economicamente a quella degli impiegati(Consiglio di Stato, decisioni del 22.2.1952 e del 3.7.1954

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IL RANGO COSTITUZIONALE DELLA POLIZIA LOCALE

Istituzione del servizio su pedana in Via dei Fori Imperiali
Roma 1947: Istituzione del servizio
su pedana in Via dei Fori Imperiali

Il 1° gennaio 1948 viene promulgata la Costituzione della Repubblica Italiana che riconoscendo le Autonomie Locali affida loro il destino delle Guardie Municipali ,e all'art.117 rinvia alla competenza legislativa della Regione anche il tema, allora nebuloso della Polizia locale, semprechè le norme stesse non siano in contrasto con l'interesse generale e con quello delle altre Regioni. I tempi incalzano, l'evoluzione sociale e culturale s'impone sempre di più, l'edilizia raggiunge un autentico boom, l'economia raggiunge livelli di miracolo: In nessun altro Corpo di polizia i compiti d'istituto sono soggetti a rapide variazioni come avviene per la Polizia municipale alle prese con problemi imposti da nuove abitudini e sistemi di vita delle nostre Città:basti pensare al rapido incremento della motorizzazione che ha radicalmente rivoluzionato le attività della collettività. Urge aumentare la forza organica dei Corpi: il criterio, stabilito nel i950dagli organi di controllo, di 1 vigile ogni mille abitanti, non è mai stato ritenuto valido neppure per assicurare i servizi di viabilità. Gli organi di tutela, sempre preoccupati a contenete le spese eccessive dei Comuni, hanno, di fatto limitato l'azione dei Corpi, a dispetto dello sviluppo di decentramento previsto dalla Costituzione.

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EVOLUZIONE PROFESSIONALE DEI VIGILI URBANI

Nuove divise
Luglio'49: aggiornamento dell'uniforme con giubba aperta,
sostituzione dei numeretti sul colletto con la placca sulla giacca, abolizione dello sfollagente e modifica della foggia del berretto.

A Roma, i Vigili Urbani, chiamati "pizzardoni", messe in cantina le "jeep" degli Alleati, procedono alla ricostruzione del Corpo, sciolto e sostituito, durante il periodo fascista, dai "Metropolitani", appartenenti alla P.S. -
Rapida la loro ascesa, assecondata dall'illuminato Comando del Generale Mario Tobia, che volle e realizzò, fino all'estremo sacrificio della vita, un Corpo di Vigili degno di Roma.

La prestigiosa Banda musicale penta il loro fiore all'occhiello. Nell'ottobre del '49 esce il primo fascicolo della rivista "Semaforo " ed i Vigili di Roma vengono immortalati dalla letteratura cinematografica di Alberto Sordi.

Nel corso dell'Anno Santo del'50, si meritano la stima della cittadinanza e la stampa nazionale li definisce "l'Armata della cortesia, maggiordomi della Città". 200 giornali americani della "catena" del New York Journal American pubblicano un ampio servizio sui compiti da essi svolti in occasione dell'Anno Santo ed ampio rilievo viene dato ai Vigili interpreti, istituiti per il grande evento giubilare.

Festa e simpatia alla Befana del vigile urbano
Festa e simpatia alla Befana
del vigile urbano

Nel marzo'52, allo Stadio Pantin di Parigi, la rappresentativa della Polizia parigina prevale su quella dei Vigili romani per 2-1,il Comandante Tobia e l'Aiutante Maggiore in 1, Cap. Francesco Andreotti, sono nominati Ufficiali ad honorem della "City of New York Police".

Nel '53, una rappresentanza di Vigili romani, guidata dal Ten. Prof. Alberto De Rossi, partecipa alla 1 Conferenza Internazionale del Traffico a Monaco di Baviera(definita "Parlamento contro la morte"), ove il Vigile Ladislao Coss dirige il traffico nelle vie cittadine, e l'anno dopo lo stesso Prof .De Rossi partecipa negli Stati Uniti, con rappresentanti di 11 Paesi europei, ad una Missione promossa dall'OECE per lo studio dei problemi di Ingegneria e Controllo del Traffico.

A Merano, su iniziativa del Comandante Bruno Balducci, nasce "Crocevia ",la prima Rivista dei Vigili Urbani a diffusione nazionale, poi passata a Verona, sotto l'abile regia del Comandante del Corpo, Dante Compri.

San Sebastiano, Patrono dei Vigili Urbani
San Sebastiano,
Patrono dei Vigili Urbani
(Piero della Francesca
Pinacoteca S.Sepolcro)

A Venezia, nel ‘54, si tiene il 1 Congresso Nazionale per la lotta contro i rumori. A Firenze, nel '56,viene organizzato il 1 Convegno Nazionale dei Comandanti dei Vigili Urbani d'Italia.

A Napoli, nel febbraio '57,con felice intuizione dei colleghi napoletani, tra cui Elio Draetta, viene costituita la Sezione Italiana dell'Associazione Internazionale di Polizia(I.P.A.), Accademia dell'Amicizia che, al motto "Servo per Amikeco", penta un efficace collante morale e professionale per l'aggregazione, l'evoluzione e l'integrazione della categoria con le Forze di Polizia: Presidente Nazionale viene eletto Adolfo Piatti, Comandante del Corpo dei Vigili Urbani di Napoli, uomo di cultura.

A Roma, il 12 maggio '57, viene organizzato il Raduno Nazionale dei Vigili Urbani, ricevuti poi inVaticano da S.S. Pio XII, che proclama il Martire cristiano San Sebastiano Patrono celeste dei Vigili Urbani d'Italia. Gaetano Platania, dell'Ufficio P. R., penta il fedele e diligente cronista della vita del Corpo.

Il 1 luglio '59, preceduto da un'ampia azione propagandistica operata dai mezzi di comunicazione giornali, cinema, radio e televisione, entra in vigore il nuovo Codice della Strada.

Beyrout, luglio 1959: il Magg. Duilio Liberati di Roma viene ricevuto da Presidente della Repubblica del Libano, Fonard Chaib
Beyrout, luglio 1959: il
Magg. Duilio Liberati di Roma viene ricevuto dal Presidente della Repubblica del Libano, Fonard Chaib

Vigili Urbani in alta uniforma di scorta alla Fiaccola Olimpica
Vigili Urbani in alta uniforma
di scorta alla Fiaccola Olimpica

Durante i Giochi della XVII Olimpiade del '60 un giornale romano scrive che i Vigili hanno vinto la Medaglia d'Oro della simpatia, facendosi onore quale "autentica istituzione municipale".

Il 10 agosto ‘61, S.S. Giovanni XXIII benedice a Castelgandolfo le cinemobili partecipanti alla campagna per la propaganda delle norme al Codice della Strada.

A Torino, i "Civich" organizzano il trofeo calcistico "Crocevia"e il Comandante Gaspardo Moro, a settembre del ‘61, raduna in Città gli Agenti del Traffico dei Paesi della Comunità Europea.

Nel solco della tradizione sabauda, i Civich, guidati poi dall'indimenticabile Comandante Francesco Galletta, gestiranno con professionalità le problematiche scaturenti dallo smisurato sviluppo urbanistico cittadino.

Ad Alessandria, il 23 luglio '62, si svolge il "1° Rallje Madonnina dei Centauri".

A Milano, i "ghisa" festeggiano il "Mese di Milano", entrano nelle Scuole ad insegnare Educazione civica e stradale, crescendo professionalmente sotto l'alta guida morale del Comandante, Avv. Stefano Pastorino, prestigiosa figura della Resistenza, garante di un'efficiente organizzazione del Corpo, che penterà di esempio e modello da imitare da parte di tanti altri Corpi d'Italia.

Milano - I Ghisa
Milano - I Ghisa

A Verona, nel ‘63, si inaugura il 1 Convegno Nazionale degli Assessori alla Polizia Urbana e Traffico: il Comandante del Corpo di Bari, Mario De Leo, relaziona sulla necessità di una Scuola per i Vigili, a livello regionale, poi realizzata in Puglia, al primo nascere dell'Istituto Regionale ed il Ten.Col. Ivo Mangiacapra propone di adpenire alla stesura di un Regolamento- tipo che, senza compromettere le AA.LL., renda uniformi alcune disposizioni per tutti i Vigili italiani.

A Salerno, il 24 febbraio del '63, si organizza il 1 Convegno Nazionale della Polizia Municipale e si dà vita ad un Comitato per costituire una Associazione Nazionale dei Vigili Urbani.

Il vigile scelto romano BrunoTurrini dirige il traffico a Toronto
Il vigile scelto romano Bruno Turrini
dirige il traffico a Toronto.

A Roma, all'Albergo Hilton, il Sindacato Cronisti Romani, il 23 dicembre del '63, conferisce la medaglia d'oro al Comandante, Generale Umberto Sacchetti, con la seguente motivazione "Nelle molteplici attività affidate al Corpo, la Sua guida è l'esempio e lo sprone per tutti i dipendenti, i cui meriti si riflettono e si riassumono nell'opera infaticabile del Comandante".

A Parigi, al Palazzo dell'U.N.E.S.C.O., nel giugno'65, il Col. Francesco Andreotti, Vice. Comandante del Corpo di Roma, che ad Oslo è stato insignito dal Rettore dr. Eickeird della laurea "ad honorem"in scienze sociali della Università di Londra, relaziona al V Congresso Internazionale della Polizia della Circolazione su" Utilità di un organismo di Relazioni Pubbliche nei servizi di Polizia della Circolazione"

Nelle medie e grandi Città,attraversate da una vita sempre più convulsa a causa dell'aumento del traffico, il Vigile si ritaglia un proprio ruolo di prestigio con una presenza qualificante nei quartieri, dove assicura una "dimensione umana" del suo servizio.

Ma occorre affinare sempre di più la preparazione sul campo, e non solamente nelle materie professionali: al vigile, definito " il biglietto da visita della Città ", si richiedono doti anche di educatore sociale, di psicologo, di sociologo. Si fa largo l'esigenza di allargare i suoi orizzonti conoscitivi, e soprattutto di quei tanti colleghi isolati nei piccoli Comuni, alle prese con scarsi e confusi strumenti legali per evolvere i propri compiti d'istituto, per difendere la propria personalità nei confronti della burocrazia comunale, dalla quale dipendono. In molti piccoli centri, località turistiche la Domenica si riversano tante di quelle persone, per cui l'unico Vigile si vede costretto a prestare fino a 12 ore di servizio al giorno!

Il Comandante Rossi con il Comandante di Genova, Angelo Carante(a s.)
Il Comandante Rossi con il Comandante di Genova,
Angelo Carante (a s.)

A Gardone Riviera, il 5.10.'74, il Presidente dell'Associazione Provinciale dei Vigili bresciani, Comandante Italo Libico Rossi, celebra l'XI Convegno con una relazione tenuta dal prestigioso Comandante del Corpo di Genova, Angelo Carante.

Viene costituita, in questo periodo, l'Associazione Sportiva delle Polizie Municipali d'Italia, che coordina le varie attività svolte dai Gruppi Sportivi in campo nazionale ed internazionale (A.N.S.P.M.I.). Presidente viene eletto, con grande simpatia, Aldo Giannoli, Ufficiale del Corpo di Roma, cui succederà il Comandante del Corpo di Firenze, Vincenzo Recchi che, inseritosi autorevolmente nel contesto internazionale, raggiungerà i massimi vertici delle Polizie Europee.

Addetto stampa dell'Associazione sarà un brillante Ufficiale del Corpo di Palermo, Nino Micale, giornalista.

In un processo di encomiabili emulazioni ed in un quadro di mutate e molteplici nuove esigenze, vengono organizzati Convegni di studio in molti Comuni d'Italia: si impongono, a livello di " Assise Nazionale", le " Giornate di Studio per Comandanti ed Ufficiali dei Vigili Urbani", promosse dal Comune di Viareggio e magistralmente organizzate dal Comandante Potito Iascone.

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VERSO LA PRIMA LEGISLAZIONE UNITARIA

Ed a Viareggio, il 4 aprile 1974, viene costituita l'Associazione Nazionale tra Comandanti ed Ufficiali di Polizia Municipale (A.N.C.U.P.M. ) con lo scopo di promuovere il livello tecnico-professionale dei Corpi di P..M. e di stabilire collegamenti con le varie Autorità.

Presidente acclamato è il Comandante del Corpo dei Vigili Urbani di Roma, Generale Francesco Andreotti, V.Presidente Internazionale dell'I.P.A, maestro di "Pubbliche Relazioni", ambasciatore e figura carismatica dei Vigili Urbani a livello mondiale, nume tutelare della Categoria. Segretario generale è il Comandante Potito Iascone, Tesoriere è Felice Serra, Comandante del Corpo di P..M. di Grosseto.

Altri soci sono qualificati Comandanti dei Corpi di P..M. di: Firenze, Cleto Graziani, Palermo, Leonardo Greco, Genova, Angelo Carante, Bologna Giovanni Romanò, Como, Giovanni Caminiti, Verona, Dante Compri, Montecatini Terme, Giuseppe Terreni, Cava dè Tirreni, Eraldo Petrillo, Siena, Mario Bastianini.

Fiuggi ottobre '74: Giornata di studio sul turismo e lotta ai rumori
Fiuggi ottobre '74: Giornata di studio sul turismo e lotta ai rumori

A Fiuggi, il 5 ottobre '74, si incontrano per una Giornata di studio i Comandanti e gli Ufficiali dei Corpi di P. M. del Lazio, tra cui Francesco Andreotti(Roma), U. Segneri(Frosinone), Antonio Ramaglia(Latina), Camillo Carafogli con il cap. Alfredo Trinchi(Rieti), Matteucci (Viterbo) e colleghi di altre Città italiane.

A Conversano di Bari, organizzato dal Comandante Nino Vavalle, si tiene un incontro - dibattito, presenti il presidente Andreotti ed il Pretore di Bari, dr. Vincenzo Binetti, che relaziona sul ruolo del Vigile Urbano," uno e trino"

Nel dicembre ‘75 si registra la prima prova d'assieme della Categoria: il Raduno nazionale a Roma per l'Anno Santo, nella stupenda Aula Nervi, organizzato, su iniziativa del Comandante Andreotti, dalle tre Associazioni, A.N.C.U.P.M., A.N.S.P.M., I.P.A.

Il Generale Francesco Andreotti consegna al Papa Paolo VI una targa con la medaglia del raduno
Il Generale Francesco Andreotti
consegna al Papa Paolo VI
una targa con la medaglia del raduno

Sono presenti 1500 Vigili Urbani, provenienti da 16 Regioni italiane e dalla Repubblica di San Marino. Una delegazione viene ricevuta dal Presidente del Senato Spagnolli, che esprime la sua simpatia per il loro operato, svolto tra "tante difficoltà , ma anche tra il riconoscente apprezzamento della cittadinanza". Portavoce ufficiale dell'Associazione, riconosciuta come membro della Federazione Internazionale Funzionari Superiori di Polizia, penta la neo nata Rivista Nazionale "Il Vigile Urbano", edita da Manlio Maggioli, a Santarcangelo di Romagna, diretta da un alto Magistrato della Corte d'Appello di Venezia, Nicola Cipriani, sotto la cui preziosa regia, morale e professionale, si sviluppano stampe e pubblicazioni professionali, e cresce ancora, a distanza quasi trentennale, la grande famiglia dei Vigili Urbani d'Italia. La frenata finanziaria imposta da Roma agli Enti Locali vede i Vigili Urbani,inquadrati nei più bassi livelli contrattuali comunali, chiamati a dare collaborazione, contro l'incremento della delinquenza comune e politica, ai colleghi delle Polizie di Stato, che godono di più indennità di servizio, tra cui quella di P.S.(110 mila lire minime mensili) reclamata anche dai Vigili. Questa rivendicazione economica, congiunta al problema delle qualifiche funzionali, investiranno, trasversalmente tutti gli ambienti operativi nazionali.

Primo interprete evolutivo di questo disagio si appalesa il dr. Leonardo Rinella, Magistrato del Tribunale di Bari, che, relazionando a Viareggio, esorta la Categoria ad incrementare la loro attività di polizia giudiziaria in difesa delle Istituzioni, attaccate dal terrorismo.

I Vigili Urbani d'Italia, esposti in prima linea sulle strade, non vengono meno ai loro compiti d'istituto e la strategia delle azioni terroristiche prende di mira anche gli uomini della vigilanza urbana e le loro organizzazioni. Bombe vengono lanciate contro sedi di nostri Comandi, vigili isolati sono disarmati, aggrediti e uccisi: a Pioltello, nel febbraio '76 cade Renato Stucchi, a Milano, nel mese di marzo, viene ucciso Vincenzo Ugga, a Paderno Mugnano, nel gennaio '77, viene stroncata la giovane esistenza del Vigile Urbano Paolo Ruggieri, a Roma, nel maggio '77, è sparato Carlo Renzaglia mentre controlla i documenti di guida.

Il clima sociale è saturo di tensioni. Alcune Amministrazioni comunali ritengono di disarmare i propri Vigili ed infuriano le polemiche sull'armamento e sulle qualifiche di P.G. e di P.S., che sindacalisti di parte vogliono abbandonare.

In Italia, sostiene l'on. Enea Cerquetti, la Polizia Municipale "è costretta alla surroga delle Polizie di Stato: oltre 8.000 Sindaci sono Autorità locali di P.S., di cui 4.000 sono anche Ufficiali di P.S. e di P.G. per mancanza di Sottufficiali dell'Arma, e Sindaci e Guardie comunali costituiscono la rete più diffusa di polizia, non soltanto per le funzioni locali".

Molti Prefetti e Questori, nonché numerosi Magistrati, strumentalizzano le qualifiche giuridiche dei Vigili per dedurne dipendenze gerarchiche perse dalla realtà di legge, fino a creare, abusivamente, confusione sull'esistenza dello stesso diritto di sciopero per i Vigili Urbani. Urge, pertanto, l'intervento chiarificatore del Legislatore per fugare paventate paure di militarizzazione dei Corpi di P..M., per fare chiarezza sulle loro funzioni, senza manomettere o eliminare fondamentali qualifiche di potere-dovere, di cui i Vigili hanno bisogno per il corretto espletamento del loro lavoro quotidiano. E malcontento e confusione sono alla base della cosiddetta "crisi di identità" dei Vigili Urbani, pisi e smarriti dall'equivocità del dettato legislativo(perché un Comandante di Città, pur fornito di laurea in giurisprudenza, possa validamente sequestrare un altoparlante ossessivo in un negozio centrale occorre che si rivolga ad un Sottufficiale di Polizia di Stato), dalle perse concezioni esistenti sulle attribuzioni e qualifiche(sceriffi, falchi, colombe, bianchi, rossi),sia nell'ambito delle stesse Amministrazioni (alcune concedono l'indennità di P.S., la maggior parte no),sia nel settore sindacale (per lo più sempre prevenuti verso i vigili), sia nella stessa famiglia dei Vigili (varietà di atteggiamenti, punte di qualunquismo, scarsa unitarietà d'azione).

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IL CENSIMENTO DEI CORPI

Mentre il Comandante del Corpo di Bari, Leopoldo Patruno, organizza nella Aula consiliare del Comune di Bari una conferenza sulle Pubbliche Relazioni, relatore il Generale Francesco Andreotti, l'A.N.C.U.P.M., d'intesa con la nostra Rivista " Il Vigile Urbano ", su incarico del Ministero dell'Interno, procede a conoscere le situazioni locali degli organici dei Vigili, inquadrati o meno in Corpi, importante avvenimento storico, i cui risultati vengono attesi con interesse non soltanto dal Ministero, ma dagli stessi Vigili e dalle Amministrazioni comunali.

Il 22 aprile 1976, nel corso delle Giornate di studio di Viareggio, il Generale Andreotti comunica la consistenza della Forza organica nazionale: 1377 Ufficiali, 4.013 Sottufficiali, 43.369 Vigili, per un totale di 48.759 unità, mentre ben 5.345 ne risultano collocate in pensionamento ex legge n.336.

Da previsioni di studiosi si attendeva un risultato di almeno 70.000 unità quale idonea per far fronte alle molteplici crescenti esigenze sociali. L'adeguamento degli organici in tutti gli 8.000 Comuni penta un problema prioritario, insieme all'altro dei Regolamenti che, con l'intervento del Legislatore, bisogna aggiornare ed uniformare su tutto il territorio nazionale.

A fine '78, per cementare l'unione operativa dei vivaci Vigili Urbani pugliesi che, uniti nello associazionismo regionale, portano avanti, con la testimonianza di servizio, il discorso del miglioramento professionale, nasce a Bari la Rivista " La Polizia Municipale ", edita dalle Edizioni Levante, e diretta, in un primo momento, dal S. Procuratore della Repubblica, Leonardo Rinella, poi gestita dal V. Comandante del Corpo di Bari, Antonio Cavallo.

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IL DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO

Gli effetti "salutari" della legge n.382 sull'attività dei Vigili Urbani
Gli effetti "salutari" della legge n.382
sull'attività dei Vigili Urbani

L'elenco dei compiti dei Vigili si allunga a dismisura con l'entrata in vigore, il 1 gennaio 1978, del D.P.R. 24.7.'77 n. 616, attuativo della legge delega n. 382 del '72, che decentra, in ossequio al dettato costituzionale, in capo ai Comuni funzioni amministrative relative alla " polizia locale", aventi ad oggetto le attività dei pubblici esercizi e di buona parte delle competenze del T.U. delle leggi di P.S., escluse le materie riservate delle armi e dei passaporti.

E' finito lo Stato di Polizia, annunciano gli studiosi di diritto pubblico al Convegno di studio di Siena, capitale per un giorno, 30 marzo 1979, dell'agitazione dei Vigili Urbani d'Italia.

Gli artt.18 e 19 del D.P.R. 616 definiscono la polizia locale competente per le attività che si svolgono nell'ambito del territorio comunale e che non siano proprie delle competenti autorità statali. La migliore dottrina dirà che si è creato un regolamento di confini per le competenze e che ora non c'è più bisogno del riconoscimento prefettizio per l'assunzione da parte dei Vigili della qualifica di P.S., per cui essi sono a considerarsi in servizio permanente di P.S.

Il D.L.21.3.'78 n.59 accresce le funzioni di prevenzione dei Vigili Urbani nell'inpiduazione delle abitazioni usate come base per attività criminose, la legge 13.5.'78 n.180 incarica i Vigili ad accompagnare i malati di mente soggetti a TSO, già varie leggi di depenalizzazione(del 1969 e del 1975) scaricano sulla Polizia municipale nuove responsabilità e la criminalità, quella comune e soprattutto quella politica, non fa più distinzione tra carabinieri, finanza, polizia e vigili urbani. Il T.A.R. Sicilia, con decisione del 28.2.'78, dice di sì all'indennità di istituto per i Vigili Urbani.

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LE PRIME PROPOSTE DI LEGGE

Nel '79, al fine di dipanare l'aggrovigliato discorso sul ruolo del vigile urbano nel nuovo contesto amministrativo e sociale, vengono organizzati, in ogni parte d'Italia, dibattiti, tavole rotonde e convegni di studio, che si concludono con o.d.g. quasi di disperazione, tutti miranti ad avere chiarezza dall'intervento statuale.

I tempi incalzano verso la riforma delle Autonomie locali, emerge l'importanza assunta dai Comuni, insieme alla responsabilità degli Amministratori ed alla indispensabile nuova preparazione professionale dei nostri apparati di servizio.

Le Associazioni di categoria, un'altra ne è nata, di base, denominata Associazione Nazionale Vigili Urbani (A.N.V.U.), Presidente Edelvais Borgetti, Ufficiale del Corpo di Roma, se ne fanno carico ed ottengono dal Ministero dell'Interno una circolare esplicativa dell'uso e porto delle armi. Intanto, sulla scia dell'esperienza romana, si diffonde in tutt'Italia, la struttura organizzativa del Vigile di quartiere, simbolo di legalità vicina al cittadino, e una nuova elegante figura operativa appare nella vita cittadina: la donna vigile.

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PRIME VIGILI IN GONNELLA

A MESOLA (FE): Roma Eva (1.6.'79)
A MESOLA (FE):
Roma Eva (1.6.'79)

All'annuale appuntamento viareggino, allargatosi alla base, vengono invitati qualificati rappresentanti della politica nazionale, del Nord, on. Aldo Aniasi e on. Enea Cerquetti, e del Sud, on. Nicola Vernola, tutti e tre già Sindaci a Milano, a Cinisello Balsamo e a Bari, con i quali si discute del decennale argomento concernente i connotati precisi dello stato giuridico del Vigile Urbano, si stigmatizza il destino dei Comandanti, ai cui orizzonti si profilano nubi plumbee (Corpi degerarchizzati con Capi sostituiti da geometri e ragionieri di partito, a turnazione), e dei Sottufficiali e si conviene di procedere alla presentazione di specifici progetti di legge, dopo quello presentato dall'on. Vignola, che propone una Polizia Regionale.

Le condizioni socio-politichesindacali- Anci non sono favorevoli ad un sereno impegno di rinnovamento professionale al servizio del Paese.

Nel maggio '79, a Montesilvano di Pescara, nel corso di un Convegno nazionale F.L.E.L. si sfiora la rissa tra i partecipanti, molti dei quali chiedono la dismissione delle qualifiche di P.S. peri vigili. Alla maggioranza della categoria, però, non va giù di pentare semplici dipendenti comunali, agenti unicamente di polizia amministrativa, disarmati ed alle dipendenze soltanto dei Sindaci.

A MONTEMESOLA (TA): Tagliente R. Maria (1.1.'79)
A MONTEMESOLA (TA):
Tagliente R. Maria (1.1.'79)

L'accordo contrattuale del dicembre '78 ha, ancora una volta, umiliato le speranze dei Vigili per un più equo trattamento economico che tenga conto della poliedricità delle funzioni da essi svolte: F.L.E.L. ed A.N.C.I. fanno blocco nel respingere le legittime aspettative dei Vigili che chiedono la corresponsione dell'indennità correlata con la gravosità del rischio professionale.

Intanto nell'Italia Meridionale la maggioranza dei Vigili, con la qualifica di P.S., percepisce l'indennità d'istituto, grazie anche alle motivazioni fatte proprie dal T.A.R. di Catania "in quanto connessa alle peculiari modalità di compimento dell'attività dei Vigili, che s'inserisce nella sfera organizzativa dell'Ente locale ma si proietta nell'ambito di competenze proprie dello Stato". Non dello stesso orientamento sono i T.A.R. della Liguria, dell'Umbria e dello stesso Consiglio di Stato, che, nel dubbio, ne rimettono ogni decisione alla competenza della Corte Costituzionale. La Categoria è svilita: pampano le diatribe e le fratture. Le ristrettezze economiche e le ricorrenti crisi politiche fanno prevedere agitazioni sempre più incontrollabili. La direzione della Rivista "Il Vigile Urbano" invita alla responsabile moderazione, per le conseguenze penali che possono derivare dall'esercizio del diritto di sciopero, rimesso, come una spada di Damocle, all'interpretazione della Magistratura.

Se ne discute animatamente a Catanzaro, in un Convegno regionale organizzato, nell'aprile '79, dal Comandante del Corpo, Giuseppe Manna.

(VIAREGGIO) da sn. il Prof. Banchieri il Gen.Andreotti, l'on.Vergola, il Prof.Volpe, il Prefetto di Lucca, il Sindaco di Viareggio, l'on.Aniasi, l'on.Cerquetti.
(VIAREGGIO) da sn. il Prof. Banchieri il Gen. Andreotti,
l'on.Vergola, il Prof. Volpe, il Prefetto di Lucca,
il Sindaco di Viareggio, l'on. Aniasi, l'on. Cerquetti.

Il 7.2.'80 vengono presentate alla Camera dei Deputati le tre proposte di legge degli Onn. Vernola(D.C.), Cerquetti(P.C.) e Aniasi(P.S.), nonché quella della F.L.E.L. e se ne parla, questa volta, a Rimini, dove il Comandante Carlo Barbera organizza, nello stesso febbraio '80, il 1°Convegno Interregionale di Polizia Locale, conclusosi con una generale soddisfazione dei partecipanti. Mentre si incrementano le occasioni di dibattito a livello nazionale, il contratto ‘79-81 accresce il disagio economico dei Vigili, molti costretti al doppio lavoro ed a forme di protesta in conflitto col senso del dovere, che per decenni hanno saputo dimostrare.

Le Città scoppiano di traffico e crescono nuove figure professionali, alcune delle quali vengono chiamate nei Ministeri romani a collaborare nell'opera di legislazione in materia di Codice della Strada: a Stresa partecipano nostri rappresentanti per dare il proprio contributo di esperienza per i problemi della Circolazione e Sicurezza stradale. Il V. Comandante del Corpo di Torino, avv. Guglielmo Della Corte, viene chiamato a Mogadiscio per istruire i Vigili Somali, il Presidente Andreotti con Felice Serra sono invitati a tenere conferenze a Lugano, Romano Celli, Ufficiale del Corpo di Roma, illustra la nuova cultura amministrativa acquisita dalla Categoria, ed a Milano vengono fondate due nuove Riviste, "La Voce dei Vigili Urbani"-E.D.Pol., e " Dialogo" T.Locatelli-Trezzano S.N.- L'A.N.V.U. si dota di una propria Rivista, denominata " NOI VIGILI", edita dalla Sapignoli Editore, e diretta dal Comandante Felice Serra.

Ad unificare le tre proposte in un solo disegno di legge, la Commissione AA.II.della Camera dei Deputati chiama l'on. Clemente Mastella. Il Sottosegretario all'Interno Corder garantisce la disponibilità del Governo e viene nominato un Comitato ristretto per l'elaborazione di un T.U. delle varie proposte presentate.

A Bacoli di Napoli, organizzate dal Comandante Silvano Paladino, si susseguono quattro edizioni annuali di Convegni di studio, illuminati dalla presenza del dr. Ottavio Archidiacono, Procuratore della Repubblica presso la Pretura Circondariale di Latina, per discutere anche di una quinta proposta di legge, presentata dall'on.Alberto Ciampaglia(PSDI), su "Istituzione ed ordinamento dei Corpi di P.L." E' di questo periodo l'esplosionedel fenomeno del sindacalismo autonomistico, con molte sigle anti "mamma triplice".

Nell'aprile dell'81 passa la riforma della Polizia di Stato, che non s'interessa della Polizia locale, e si registra la proliferazione delle Associazioni regionali e provinciali dei Vigili che, incalzando i politici, aggregano anch'esse molti ambienti operativi con incontri-dibattiti di studio su nuovi temi professionali, supplendo all'urgente lavoro di formazione professionale che avrebbero dovuto compiere le Regioni.

Ronzone, la Giubba Rossa Mario Bechini
Ronzone, la Giubba Rossa
Mario Bechini

A Ronzone, centro turistico alpino nell'alta valle di Non nel Trentino, i vigili urbani si chiamano ranger's " e sono gli "angeli custodi "della località turistica che tutelano contro ogni attentato alla natura, contro i rumori dei fracassoni che con le motorette disturbano il desiderato relax dei villeggianti.

Viareggio '83, con la discussione sul progetto unificato preparato dall'on. le Balestracci, succeduto al dimissionario on. Mastella, segna il punto più alto della incomunicabilità tra la classe politica e gli operatori della Polizia Municipale: si parla di modifiche alle modifiche, di pause di riflessione...., di rinvio.

A Lecce, al Teatro Politeama , in un convegno organizzato dal comandante Cosimo Megha, il Prefetto Coccia esalta la " posizione attiva dei Vigili in un sistema integrato di sicurezza, anche se le articolazioni organizzative ed operative sono perse. La Polizia municipale assolve questa nuova funzione sociale, che si qualifica pienamente al ruolo di una delle componenti quanto mai significative ed irrinunciabili dell'apparato di polizia del Paese"

La Corte Costituzionale, il 15.7.'83, respinge l'attribuzione dell'indennità d'istituto per i Vigili Urbani, per cui aumentano i ricorsi dei Vigili alle azioni di sciopero e nell'ottobre '83 si registra una generale lamentazione della Categoria al 2° Convegno Nazionale di Rimini, organizzato da Giuseppe De Carlo, Comandante dei Vigili di Riccione, dove, qualche anno dopo, questo Convegno sarà stabilmente trasferito, nello splendido Palazzo del Turismo.

Nel Teatro Petruzzelli di Bari, il 19.11.'83, si tiene un'Assemblea generale dei Vigili Pugliesi, alla quale partecipano oltre mille colleghi, provenienti da ogni Regione Meridionale, e la Regione Puglia, oltre ai corsi annuali per vigili, organizza anche convegni monotematici per i quadri direttivi, contribuendo nel contempo al potenziamento, nella misura dell'80%, delle strutture tecniche e operative di tutti i Comandi di P.M. pugliesi.

Nel marzo '84 nasce la Scuola Regionale Campana per i Vigili Urbani, coordinata da Comandante del Corpo di Benevento, Paolo Tosato, cui fa seguito quella della Basilicata.

A Torino, la Regione organizza il 1° Corso di aggiornamento professionale per i Vigili dei 1209 Comuni piemontesi, le Regioni Lombardia e Emilia Romagna preparano leggi regionali in materia di polizia locale, quale chiara provocazione e sollecitazione al Governo centrale.

Il Presidente Andreotti è convocato dal Comitato Ristretto della Commissione Interni, una delegazione pugliese viene ricevuta, a Bari, dal Ministro dell'Interno, Oscar Scalfaro, accompagnato dal Sottosegretario all'Interno, on. Avv. Adriano Ciaffi, presenti molti Parlamentari di Puglia.

A Firenze, il 30 marzo '84, è organizzata una grande manifestazione regionale dei Vigili toscani, con corteo per le vie del centro.

A Corridonia di Macerata, il Sottosegretario Ciaffi, il 15.3.'84, incontra la Categoria per il Convegno - costituente, alla presenza del Pretore di Roma, dr. Adalberto Albamonte, del dr. Giovanni Rebori, Presidente del Tribunale di Macerata, del dr. Luciano Infelisi, S. Procuratore della Repubblica del Tribunale di Roma, e del Prof. Carlo Gessa, Presidente della V Sezione del Consiglio di Stato e Docente di diritto pubblico presso l'Università di Macerata.

Storica la lezione tenuta dal Prof. Gessa sull'origine, lo sviluppo e la funzione di polizia secondo il dettato costituzionale, per cui "anche la vostra funzione di polizia amministrativa postula un'organizzazione apposita, come quella di pubblica sicurezza, con un apparato di servizio per l'esercizio dei compiti, che richiede un Corpo unitario di elementi qualificati, dalla continua preparazione professionale e dalla omogeneità della loro struttura."

A conclusione della Tavola Rotonda, il Sottosegretario Ciaffi afferma che si è tenuto un Convegno reale, che darà "presto e bene i suoi frutti col varo della Legge definitiva di un nuovo orizzonte, di una nuova immagine del Vigile, strumento attivo e preventivo che vive nel territorio e recupera con le attribuzioni di polizia amministrativa, di sicurezza e giudiziaria, insieme alla necessaria identità professionale, una nuova dignità sociale".

A Prato, intervenendo ad una Tavola rotonda sullo stato giuridico del Vigile, ancora il Ministro dell'Interno Oscar Scalfaro stigmatizza " Il Vigile è il depositario della tutela della buona convivenza della comunità. Gli è stato demandato il compito di vivere in città; gli è stato assegnato il dovere di partecipare alla vita di una comunità, di cui egli stesso è parte".

Subito dopo, a Parma, in un interessante Convegno interregionale sulla "Riforma della polizia municipale", l'Assessore al personale, dr. Graziano Buzzi, evidenzia che le riflessioni teoriche ed il dibattito politico sui contenuti da dare alla polizia locale sono stati appannaggio della sola categoria e, in quanto tali, sbrigativamente liquidati come richieste e come comportamenti corporativi, e particolarmente forti e pressanti sono state e sono in questo settore le resistenze delle burocrazie ministeriali, specialmente dell'Interno, preoccupate di vedere estendersi e definire l'area in cui vengono attribuiti a regioni e comuni poteri in materia di polizia. Pertanto, va rivista la funzione ed il ruolo della polizia locale " sempre più emergente come una complessa struttura operativa che viene messa in campo per la realizzazione dei fini istituzionali dell'ente locale, in prima linea in un più vasto e composto fronte che viene a contatto con la violenza, con l'emarginazione, con la sofferenza". L'Assessore regionale agli AA.GG., dr. Renato Albertini, concludendo i lavori, svoltisi alla presenza dell' on. Balestracci, sostiene che è perciò necessaria una legge quadro nazionale che riesca a definire lo steccato giuridico tra competenze statali e competenze comunali. Attraverso questi necessari passaggi istituzionali, la Polizia Municipale guadagna sul campo quella maturazione professionale che Parlamento,Sindacato ed A.N.C.I. tardano a riconoscerle.

In molti Comuni vengono scritte, alla ricerca delle proprie radici, le storie dei Corpi di P.M., fedeli testimoni delle Città che crescono e si rinnovano.

A Monza, nel febbraio '85, il Comandante Vito Giacobelli tiene il 2° Corso di qualificazione professionale per i Vigili della Lombardia.

A marzo '85 Corridonia tiene ancora banco, presente il Sottosegretario Ciaffi, il dr. Enrico Ferri, Segretario dell'Associazione Nazionale Magistrati d'Italia, il Presidente della Commissione AA.CC. del Senato, On. Prof. F.P. Bonifacio, i senatori Pavan e de Sabata, viene assicurato che siamo vicini al traguardo finale di questa nuova legge che incardina nel Comune momenti locali di polizia municipale e di collaborazione per l'ordinato vivere civile, così come per le Polizie Municipali di Germania, Francia ed Inghilterra, e che costituisce una tappa e non un punto di arrivo, un tassello importante nel riordino delle Autonomie, in cui la Polizia Municipale assolve ad una funzione strategica.

Ma al 3° Convegno di Rimini, il 16.10.'85 lo stesso Sottosegretario Ciaffi sarà costretto a comunicare "che il provvedimento giace presso la II Commissione Tributaria e Finanza per le definizioni di competenza".

Per sollecitarne la definizione e per testimoniare con la loro presenza lo stato di malumore e la "pressione di massa" della Categoria, il 23 ottobre '85, circa 3.000 tra ufficiali ed agenti di P.M., provenienti da tutt'Italia, sono affluiti a Roma.

Vigili in corteo
Vigili in corteo

"La Giornata Nazionale dei Vigili Urbani", organizzata dall'A.N.V.U. e dall'A.N.C.U.P.M., è iniziata con il raduno in Piazza del Popolo, seguito da un acceso dibattito nella sala del cinema Etoile, presenti il Sottosegretario Ciaffi, i senatori Bonifacio, Murmura, Pavan, Taramelli e Saporito, i deputati Cerquetti e Balestracci ed i rappresentanti della F.L.E.L., e concluso con l'omaggio al sacello del Milite Ignoto: una delegazione viene ricevuta dal Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga.

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APPROVAZIONE DELLA LEGGE SULL'ORDINAMENTO DELLA P.M.

IL 27/2/ 1986 LA COMMISSIONE INTERNI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI APPROVA

IL TESTO DEFINITIVO DELLA " LEGGE QUADRO SULL'ORDINAMENTO DELLA POLIZIA MUNICIPALE ", CHE ANDRA IN VIGORE DAL 7 MARZO 1986, CON IL N. 65.

Dopo due legislature, i Vigili Urbani d'Italia hanno ottenuto la loro tanto attesa riforma istituzionale e le nuove norme iniziano il loro delicato ciclo di rodaggio nelle varie realtà comunali, nei differenti contesti culturali.

A Roma il Prof. Gessa , a colleghi di tutt'Italia, sottolinea il prestigioso riconoscimento di questa realizzazione legislativa che la sensibilità del Parlamento ha voluto anticipare: ora si deve mettere in marcia una nuova serie di atti normativi per sviluppare una nuova storia delle Polizie locali, inserite in una calibrata gestione del rapporto con le due Autorità statali." Questa nuova legge, opera di astrazione giuridica, ha un significato organizzativo, non è legge definitoria, ma di principi organizzativi di un nuovo sistema ordinamentale, con formule in negativo e residuali, che contengono i tre concetti costitutivi della nuova definizione di polizia municipale: il momento di tutela dell'ordine pubblico, inteso come ordine democratico, quello della funzione di p.g. e l'altro di polizia amministrativa, quest'ultima funzione primaria per gli operatori della Polizia municipale, rimanendo collaterali le altre due, di p.s. e di p.g." Previsioni profetiche dell'insigne Studioso di diritto, affidate ad una storia che non si avvererà per gli stessi motivi per i quali questa legge ha subito un così lungo travaglio.

In azione nuclei di P.M. con mezzi fluviali e marittimi
In azione nuclei di P.M.
con mezzi fluviali e marittimi

Alle Giornate di studio di Viareggio'86,il Presidente dell'A.N.C.U.P.M. Andreotti ringrazia tutte le Autorità che hanno contribuito alla nascita della legge, che finalmente, ci ha dato un nome....di battesimo preciso e ci esorta a stare " bene in guardia al fine di evitare che il lavoro svolto venga neutralizzato da applicazioni aventi spirito perso da quello della legge stessa". A fine lavori , tutti i partecipanti propongono uno storico O.D.G. con il quale ritengono che la legge costituisca un riconoscimento ed un traguardo importante per la categoria dei vigili urbani che, ora, acquistano una propria fisionomia giuridica nell'ambito delle amministrazioni dalle quali dipendono e nel complesso sociale nazionale. Esprimono la certezza che, in sede contrattuale, l'A.N.C.I. e la F.L.E.L. tuteleranno la intera categoria per quanto riguarda l'applicazione dell'art.10,comma 2 della legge 7 marzo 1986,n.65. La indennità prevista dovrà, in effetti, apportare benefici economici da non poter scindere da quelli morali. In tal senso il Parlamento ed il Governo hanno inteso riconoscere il lavoro svolto dagli appartenenti ai Corpi di polizia municipale(Comandanti, addetti al coordinamento e controllo ed operatori),la natura di tale lavoro, le qualifiche loro attribuite in materia di polizia giudiziaria, di polizia di sicurezza e di polizia stradale e la responsabilità che taliqualifiche comportano, anche ai limiti del sacrificio. Confermano Tutta la disponibilità, confortati anche da tutti quei provvedimenti che Regioni e Comuni devono adottare ai sensi degli artt.6 e 4 della legge, per l'espletamento dei servizi loro affidati per sempre migliori e più sicure condizioni sociali nelle città del nostro Paese.

Siamo in molti a ritenere, forse con eccesso di ottimismo, questo faticoso traguardo raggiunto come la Grande Carta Costituzionale, l'habeas corpus, la pietra miliare della nuova era storica della Polizia Municipale che, affrancatasi da obsolete dipendenze funzionali,volta pagina per rinascere a nuova dignità professionale e sociale, mirando in continuazione questo nuovo complesso di principi giuridici come sicuro zodiaco di riferimento, anche se incompleto ed imperfetto, ma certamente quale solida base di partenza per scrivere il nuovo destino di tutta la Categoria: molti Corpi d'Italia festeggiano l'annuale ricorrenza del patrono San Sebastiano con le note dell'inno nazionale di Mameli come momento di acquisita professionalità, alla presenza delle Autorità, della stampa e con il conforto della pubblica opinione . Ma a fronte di queste isole felici, dove l'applicazione della legge-quadro viene recepita agevolmente e consolidata per pregressa spontanea maturazione, esistono molte realtà, in special modo nei piccoli Comuni, nei quali la filosofia dei nuovi principi rimane pura teoria ed i rapporti tra vigili, amministrazioni, segretari comunali, sindacati si deteriorano in un clima di continui ricorsi e contestazioni.

Per prevenire e fugare queste incomprensioni, rifiuti e rigetti, le due Associazioni si mobilitano: ad Ancona, nel corso del 1° Convegno interregionale dell'Italia centrale, organizzato dal Presidente dll'A.N.V.U., Elvino Del Bene, è lo stesso Prof. Gessa ad illustrare le nuove frontiere della polizia municipale, che" non è una delle tante funzioni municipali, ma è la funzione che investe e fascia di sé tutte le altre funzioni municipali: è la funzione tutoria, di garanzia politica, civile e sociale, a progressione aperta".

Il Sottosegretario all'Interno On. Avv .A. Ciaffi illustra il Regolamento ministeriale sull'armamento della Polizia Municipale
Il Sottosegretario all'Interno On. Avv .A. Ciaffi
illustra il Regolamento ministeriale sull'armamento della Polizia Municipale

A Matera, in Basilicata, insieme all'A.N.V.U., il Comandante Felice Serra, in rappresentanza dell'A.N.C.U.P.M., apprezza l'insieme della legge-quadro come strumento indispensabile per poter operare nella realtà quotidiana.

A Savona, nell'aprile '87, per coinvolgere coloro che devono concorrere a completare la legge-quadro, viene organizzato il 1° Convegno regionale per Amministratori e operatoti di P.M., al quale partecipano il dr. Sergio Borri, Capo Divisione del Ministero dell'Interno e il dr. Nicola Cipriani, Consigliere di Cassazione.

A Chianciano si svolge un Seminario sull'educazione stradale e sulla sicurezza in Europa, con lapartecipazione di esperti della CEE.

In Abruzzo, a Torre dè Passeri il dr. Alvaro Pollice, V.Procuratore della Corte dei Conti, stigmatizza il nuovo rapporto Comandante di P.M. - Segretario comunale e il dr. Leonardo Rinella illustra le nuove funzioni di p.g.-

A Caravaggio, promossa dall'A.N.V.U., si tiene la 1 Conferenza delle Associazioni di P.M. d'Italia, finalizzata alla costituzione di un Comitato nazionale di revisione delle norme ordinamentali e funzionali in vista delle future prospettive europee.

Nello spirito di una sempre maggiore integrazione professionale con i Paesi europei, si moltiplicano i Rallyes di Polizie europee, incontri I:P.A. a livello internazionale, frequentazioni tutte che facilitano l'aprirsi di nuovi orizzonti culturali, di nuove aperture mentali, humus ideale per la crescita di tante nuove qualificate professionalità: insieme al comandante Potito Iascone, eccellono, in materia di competenza del Codice della strada il Comandante del Corpo di Torino, Vincenzo Manna, il Comandante di Lucca, Luigi Pinelli , di Livorno, Giuliano Cappelletti, di Isernia , Domenico Carola; nel campo annonario Ernesto Mariani, ufficiale del Corpo di Milano, Claudio De Luca, Comandante di Larino e Paolo Tosato di Benevento.

Nel "club del Triveneto ", che festeggia il 20° anno di sodalizio sotto l'alta guida morale e professionale del Comandante Dante Compri, si impongono le qualificate esperienze di Nicolino De Cantis, succeduto a Compri alla guida del Corpo di Verona e di Aldo Zanetti, Comandante di Schio, che porta avanti una personale ed originale esperienza di associazionismo intercomunale quale efficace rimedio istituzionale per far superare l'impasse funzionale dei piccoli Comuni.

Palermo: il nucleo cavalleggeri della Polizia Municipale (luglio'89)

Palermo: il nucleo cavalleggeri della Polizia Municipale (luglio'89)
Palermo: il nucleo cavalleggeri
della Polizia Municipale (luglio'89)

A Palermo, i Vigili Urbani, chiamati " puntuneri ", in sintonia con le Scuole dell'obbligo, già da dieci anni hanno istituito corsi di educazione stradale ed il Comandante Carmelo Parisi, proseguendo nella meritoria opera di ristrutturazione organica del Corpo, è riuscito a costituire un Nucleo a cavallo, formato da 11 cavalli e 18 vigili, addestrati da un maestro dell'Associazione Nazionale di Cavalleria.

La riforma delle Autonomie locali, approvata nel '90 con legge n. 142, muta lo status del Comune da ente autarchico territoriale con competenze settoriali, a ente con fini generali di governo del territorio, e segna il trasferimento delle responsabilità gestionali dai politici al "management" con un nuovo ruolo dei Comandanti - Dirigenti, che assumono precisi incarichi progettuali, organizzativi e programmatici, per dare ai Municipi trasparenza e rinnovate procedure " a misura d'uomo".

Così come la riforma dell'ordinamento della P.M. varata dal Legislatore viene disattesa ed inapplicata, anche il messaggio della legge n.142 non trova disponibili gli ambienti dell'Amministrazione comunale, alle prese con le solite pratiche di malcostume politico: ancora una volta, come la storia del nostro Paese insegna, soltanto una legge non basterà a superare,a trasformare antiche prassi comportamentali, difficili a morire, se non ravvivate da un nuovo ordine morale, dalla nuova saggezza degli strumenti tecnologici, da una radicale trasformazione della Pubblica Amministrazione.

Roma, giugno '90: il saluto del Gen. Francesco Russo, il Sindaco Carraio e il presidente Luca Cordero di Montezemolo
Roma, giugno '90: il saluto del Gen. Francesco Russo,
il Sindaco Carraio e il presidente Luca Cordero di Montezemolo

Ma il 1990 è anche l'anno del Campionato Mondiale di Calcio, che si svolge in Italia: il Capo della Polizia, Prof. Vincenzo Parisi, evidenzia il "significativo e perfetto apporto dei Vigili Urbani di Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo, Firenze, Bologna, Bari, Verona, Cagliari, Udine ", ed il Segretario Generale di Italia '90, Avv. Luca Cordero di Montezemolo, portatosi al Comando dei Vigili di Roma, dirà "Grazie e complimenti a voi tutti, perché avete saputo interpretare e vincere il vostro Campionato del mondo".

Le città, intanto, pentano realtà sempre più invivibili e la pubblica opinione reclama ulteriore efficienza e professionalità dei Corpi di P.M., in linea con il modello del nuovo Ente Locale che emerge dal quadro delle riforme: il Sindaco. Eletto direttamente dal popolo, penta il rappresentante di tutti gli interessi del cittadino.

I riflettori dell'attenzione sociale si accendono sul nostro lavoro in difesa della sicurezza dei cittadini, continuamente umiliati dal disordine provocato dalla criminalità diffusa, soprattutto nelle Regioni del Nord, gravate dalla massiccia presenza di extracomunitari, per cui occorre intervenire, con uno sforzo comune di tutte le Forze di Polizia .

Il nuovo contratto di lavoro registra un cambio di rotta: lo spirito di esasperato egualitarismo, provocato dalla regolamentazione uniforme del personale, ossessionato dall'appiattimento mortificarono delle valutazioni, ha i giorni contati. La nuova fantasia sindacale, sotto la spinta del degrado montante dei pubblici poteri, opera una svolta, un ribaltamento della filosofia direzionale, inventando soluzioni per una rivitalizzazione della funzione pubblica, in forte crisi esistenziale: e siamo, finalmente, all'inizio dell'era, anche da noi, della meritocrazia.

Uniforme storica - Bari i valletti
Uniforme storica - Bari i valletti

Gli anni '90, caratterizzati da profonde trasformazioni socio - politiche, aprono nuovi scenari operativi che evidenziano il superamento storico di molti passaggi normativi della legge 65/86. Con gli istituti contrattuali privatistici cambia anche la legislazione sulla Dirigenza, mutano le tradizionali riserve dell'A.N.C.I., si frantumano le Organizzazioni Sindacali, irrompono nella vita comunale le nuove politiche dei Sindaci, che pentano referenti per la sicurezza pubblica, a fianco di quellitradizionali. I Vigili vengono richiamati da una nuova serie di incontri convegnuali, organizzati da Sindacati ed Associazioni, impegnati nel lodevole intento di risolvere gli annosi problemi del rischio professionale, delle attività usuranti, degli Albi professionali, del concorso con le Forze di Polizia nei problemi della pubblica sicurezza.

In Sicilia viene approvata la legge regionale e si costituisce il coordinamento SILPOL vigili - donne siciliane, sotto la solita regia dell'instancabile Comandante di Vittoria, Giuseppe Piccione.

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Fonti

  • Crocevia, Direttore Balducci - Merano
  • Il Vigile Urbano, Rivista mensile di polizia municipale, Maggioli Editore s.p.a.., Rimini
  • Rivista Giuridica di Polizia, Maggioli Editore s.p.a., Rimini
  • La Polizia Municipale, Nuova Rivista del Vigile Urbano - Levante Editori- Ba
  • Dalle antiche milizie municipali al Corpo dei Vigili Urbani di Bari, Vito Antonio Melchiorre, Levante Editori, Bari
  • Annuario 1966 del Corpo dei Vigili Urbani di Roma, Adolfo Piatti, in Dizionario Giuridico Italiano
  • Carlo Gessa, relazione tenuta a Bari, Camera di Commercio, 1990
  • Enrico Dalfino, relazione tenuta a Bari, Camera di Commercio, 1991
  • Luigi Massa, relazione svolte al Convegno di Studio di Palermo, aprile 1999
  • U. Nanucci, commento alla legge quadro in Noi Vigili, Sapignoli Editore, Torriana
  • Sergio Borri, relazione tenuta al 1 Convegno regionale per Amministratori e operatori di P.M., aprile 1987 Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse
  • I.CARLI, Dell'Amministrazione comunale e provinciale per uso dei Sindaci, impiegati minori, parte 1, sez. 2,Aquila 1819,pp. 156 - 7.
  • Archivio di Stato di Bari, Intendenza di Terra di Bari, A.C.A., Polizia Urbana e Rurale, b.16,fasc.149, cit. da G. DI BENEDETTO.
  • Collezioni delle leggi e dè decreti del Regno delle Due Sicilie, Napoli 1827, Sem. I, pp.166-78.
  • Degno di nota è l'allegato Regolamento per la formazione delle guardie comunali, in cui si legge che le persone scelte dal Decurianato e proposte all'Intendente della Provincia dovevano avere età compresa tra i 24 ed i 50 anni, statura vantaggiosa e dotati di convenevole coraggio, ed essere esenti da imputazioni politiche e comuni.
  • G. D'AMBROSIO, Raccolta delle disposizioni reali e ministeriali intorno al servizio delle Guardie Urbane. Avellino 1842.Tale prezioso patrimonio culturale è conservato dall'Archivio di Stato di Foggia.
  • A. ANDREOZZI, Della Guardia Nazionale in Toscana, Firenze 1847 e G. MOLLI, Manuale del Milite ossia Codice della G.N., Milano 1865.
  • Collana di studi municipali per la Storia dei Corpi di Polizia Urbana di Puglia, ideata e diretta da ENZO FILOMENA, Ostuni(BR).

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