Lombardia


ASSESSORATO SICUREZZA PERIFERIE DECENTRAMENTO SETTORE SICUREZZA URBANA - POLIZIA MUNICIPALE
VERSO LINEE GUIDA PER IL SERVIZIO VIGILE DI QUARTIERE

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15/02/2001
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Sin dal 1860 Milano, sentita 1'esigenza di una polizia cittadina, si volse con interesse all' Inghilterra
ed alle sue tradizioni di community police.Non è un caso se ancor oggi, la foggia del casco del ghisa
è simile a quella del policeman. Ma più che l'uniforme, ad ispirare i nostri amministratori sono stati
i consolidati rapporti di reciproca comprensione tra i sudditi inglesi e la loro polizia. Una modalità
di relazione che rimanda all'immagine del "bobby": severo ed autorevole, comprensivo ed
inflessibile, che non si limiti alla regolamentazione del traffico ma che attenda anche alla sicurezza
dei cittadini. Disponibile al dialogo ed all'ascolto. II progetto "Vigile di quartiere" è stato lanciato
dall'Assessorato alla Sicurezza e dalla Polizia municipale nel giugno del 1998. Il servizio è stato
attivato dapprima in trenta, poi in sessanta, cento quartieri della città ed oggi è esteso a 156. A
livello organizzativo, l'elemento innovativo più rilevante introdotto con tale servizio è l'attribuzione
di una competenza diretta ad un agente(o a una coppia di agenti) di una base territoriale limitata(un
quartiere corrispondente ad un numero limitato di isolati, che sia cioè interamente percorribile a
piedi da un agente nel corso del suo servizio)con l'obiettivo di un radicamento del vigile nel
territorio. Così, nel novembre 1998, l'Assessore Del Debbio presentava l'iniziativa: "con il progetto
vigile di quartiere si intende garantire un'osservazione costante delle patologie che gravano sul
territorio e in particolare in alcune zone a maggiore rischio, un'assistenza ravvicinata a coloro che
risultino vittime di un reato, un'opera di consulenza su possibili forme di prevenzione, una
rilevazione sollecita delle necessità di intervento da parte dell'Amministrazione Comunale e di altre
Amministrazioni alle quali la cittadinanza e il Comune possono chiedere ausilio. La figura del
vigile di quartiere mira a fornire una risposta ad una serie di esigenze individuate come cruciali per
il miglioramento delle condizioni di sicurezza urbana e per la riduzione della percezione di
insicurezza della popolazione milanese: la sua competenza spazia dalla prevenzione degli atti
criminosi alla regolazione del traffico, dalle sollecitazioni ai settori comunali titolari della
manutenzione dei luoghi e delle strutture, alla segnalazione ai servizi sodali di particolari problemi
riguardanti i cittadini anziani o più deboli. Obiettivo primario del servizio svolto sempre nel
medesimo quartiere è una conoscenza capillare tale da permettere la percezione di quei fatti che
possono diventare causa di allarme sociale o criminogeni. Ogni agente dipende dal responsabile del
Comando di zona territorialmente competente ma anche, tramite una rete di ufficiali addetti alla
supervisione dell'attività e delle iniziative dei vigili di quartiere, da un Ufficiale di e coordinamento
e controllo che fa capo al Comando centrale" (1).
LA SELEZIONE DEI QUARTIERI IN CUI ATTIVARE IL SERVIZIO E L'INTERAZIONE CON
GLI ALTRI SOGGETTI ISTITUZIONALI
L'obiettivo definito dall'Assessore alla Sicurezza Del Debbio è stato quello di attivare il Progetto
vigile di quartiere attraverso il coinvolgimento degli attori istituzionali rilevati, producendo una
"mappa condivisa del rischio" e selezionando gli ambiti in cui attivare prioritariamente il servizio
dei vigili di quartiere. Il Tavolo Interistituzionale Operativo istituito nel gennaio 1999, presieduto
dall'Assessore Del Debbio,a cui hanno partecipato i rappresentanti delegati dai membri del Tavolo
Interistituzionali convocali dal Sindaco il 14 dicembre 1999 ha proceduto a:
* una prima definizione del ruolo/ attività del vigile di quartiere e dei
rapporti tra vigile di quartiere e altre forze attive sul territorio;
* la costruzione di una mappa condivisa del rischio in città per la scelta dei perimetri delle aree
dove istituire i vigili di quartiere.
Nell'ambito del Tavolo Operativo si è deciso di procedere nell'elaborazione di otto mappe per la
rappresentazione territoriale del rischio così come percepito dal punto di osservazione di ciascuno
dei soggetti partecipanti al Tavolo. Attraverso una serie di interviste e il contributo derivante dalla
loro esperienza operativa, Questura. Carabinieri, Guardia di Finanza, Procura presso la Pretura,
Direzione investigativa antimafia, Tribunale dei minori, Procura presso il Tribunale e Polizia
Municipale hanno espresso definizioni di rischio e indicato aree sensibili nella città. La
sovrapposizione delle mappe del rischio di ciascun soggetto ha quindi consentito di realizzare una
mappa di sintesi che ha fatto emergere l'interesse di una conoscenza più ancorata alle specificità e
alle trasformazioni del contesto urbano, a partire dalla quale sono stati selezionati i quartieri in cui
attivare in modo prioritario il servizio, attraverso un continuo e costante confronto con i Comandi di
Zona della Polizia Municipale.
MONITORARE E VERIFICARE L'ANDAMENTO DEL SERVIZIO
II servizio Vigili di Quartiere e stato dapprima attivato in trenta quartieri, nei quali gli agenti
lavorano in coppia ed è stato poi esteso a sessanta e poi cento quartieri. Attualmente, febbraio 2001,
gli agenti impegnati sono 540 (40 in più dei 54O previsti in origine, tra titolari e riserve (quando il
titolare è di riposo, il suo posto viene coperto da una riserva per garantire continuità nella presenza)
e svolgono ogni giorno il servizio nei 150 quartieri ufficiali distribuiti nei due turni di servizio(7.00
- 15,45, 13.15 - 20.00). In corrispondenza ad un consolidamento della pratica del servizio e ad
un'estensione del numero dei quartieri,è stata condotta un'intensa attività di ricerca mirata al
contempo a:
- avviare un'attività di supporto al coordinamento dei Vigili di Quartiere.
- mettere a fuoco prime valutazioni circa l'andamento del servizio.
La ricerca ha coinvolto direttamente i soggetti della Polizia Municipale attivi nel servizio dei Vigili
di Quartiere attraverso un'attività di monitoraggio sull'andamento del servizio mirata a descrivere il
ruolo del vigile di quartiere così come è andato configurandosi sul campo attraverso
un'osservazione diretta volta a raccogliere esperienze concrete e a fornire descrizioni adeguate.
Partire dall'esperienza concreta, dall'organizzazione e dalle modalità di servizio esistente,
valorizzando le competenze e gli aspetti innovativi che il personale della Poli2ia Municipale mette
in campo quotidianamente, si stanno rivelando fattori trainanti nel percorso di definizione del ruolo
dei Vigili di Quartiere e di miglioramento del servizio. E' recentissima l'istituzione dell "aiuto di
quartiere", un'autopattuglia con personale appartenente al ruolo di Vigile di Quartiere dedicata
all'assistenza ordinaria, straordinaria ed esclusiva agli agenti Vigili di Quartiere. Questa attività di
indagine sul campo ha permesso di raccogliere un vasto numero di esempi in cui l'intervento dei
vigili si rivela prezioso e decisivo nella individuazione e soluzione di una serie di problemi e di
conflitti talvolta di piccola entità e "statisticamente non rilevanti" ma che nel loro insieme
costituiscono un fattore incisivo nella percezione di problemi di sicurezza urbana e della qualità
della vita quotidiana dei cittadini.
LA COSTRUZIONE DI UN RUOLO. I VIGILI DI QUARTIERE: PROBLEMI E AMBITI DI
INTERVENTO
La costruzione di un primo quadro conoscitivo degli ambiti di intervento e dei "problemi" attorno ai
quali si va costruendo e delineando il ruolo dei Vigili di Quartiere in città nasce da un costante
confronto con la pratica del servizio. Gli ambiti di intervento di un Vigile di Quartiere rimangono in
larga misura gli stessi previsti per gli altri servizi di Polizia Municipale. Due però sono i fattori che
caratterizzano in modo specifico questo servizio: - il legame con un ambito territoriale (il quartiere)
ben definito, una definizione "lasca" delle competenze e delle mansioni (ovvero gli ordini di
servizio, con i quali si gestisce 1'attività, lasciano all'agente una notevole autonomia nella
definizione di priorità del servizio). L'esito congiunto di questi due elementi si traduce in una
potenziale flessibilità del servizio, nell 'adattarsi alle problematiche e alle caratteristiche dei singoli
quartieri. In questo senso il nuovo servizio induce un cam-biamento sostanziale nel tradizionale
approccio ovvero il passaggio da un approccio centrato sul " mansionario", e quindi sulle
competenze intese in senso stretto, ad un approccio di tipo propositivo progettuale, centrato sui
problemi. La presenza costante e le relazioni che gli agenti stabiliscono con i soggetti locali del
quartiere consentono uno scambio quotidiano e costante con la popolazione e una definizione
congiunta dei problemi esistenti nel quartiere. E' proprio nella conoscenza, capillare, di una
porzione di territorio e dei soggetti che vi abitano/lavorano che il ruolo del Vigile di Quartiere si
configura come innovativo. Con l'obbiettivo, questo sì dichiarato, del miglioramento della qualità
della vita del cittadino - utente, e dell'azione delle necessarie procedure interne da parte della
struttura comunale, il servizio del Vigile di Quartiere muove non solo a partire dalle indicazioni e
dalle direttive dei superiori gerarchici ma i ma soprattutto a partire da uno sguardo sui problemi che
condivide con i soggetti locali con i quali stringe un patto, di servizio. In relazione ai temi della
sicurezza e della percezione del rischio, ai Vigili di Quartiere non è richiesto di andare oltre il
proprio "ordinario" compito istituzionale, bensì di attivare relazioni comunicative, di gestire in
modo creativo i conflitti, di rappresentare un punto di riferimento istituzionale per quei cittadini che
a volte non chiedono altro. Nei casi di necessità operativa, l'immediato contatto con un numero
unico presso la centrale operativa interforze è garantito da un telefono cellulare in dotazione che
rappresenta peraltro anche un fondamentale mezzo di comunicazione per interagire con gli uffici
comunali dei diversi settori e questo consente di fornire ai cittadini informazioni puntuali o di
richiedere in modo diretto uno specifico intervento. In questo, il ruolo che i vigili di Quartiere
vanno acquisendo si configura come quello di una sorta di sportello dell'Amministrazione Locale.
Tra gli altri, il servizio scuole viene svolto dai Vigili di Quartiere come attività ordinaria, ma con
valore aggiunto di poter attivare una relazione stabile tanto con i ragazzi che con le famiglie e gli
insegnanti e giocare quindi un ruolo più attivo nella direzione della prevenzione e nella conoscenza
del territorio.
COME AVVIARE IL SERVIZIO VDQ IN UN QUARTIERE
A partire dall'esperienza maturata, è possibile individuare una sequenza di fasi e di passaggi che
risultano importanti nell'intraprendere il servizio in un quartiere:
a. disporsi con atteggiamento "esplorativo" rispetto alla realtà del quartiere: comprensione del
contesto locale, delle problematiche, dei soggetti e delle modalità d'uso degli spazi pubblici nelle
diverse ore e giorni della settimana(porsi in un'ottica di risultati a medio e lungo termine e non di
risultati quantitativi a breve);
b. individuare soggetti e interlocutori locali - istituzionali e non - e attivare relazioni dirette e
informali
(capacità di promozione del proprio ruolo, di autonomia e di sviluppo di relazioni con interlocutori
diversi: abitant, negozianti, etc.);
c. ascoltare e scambiare con la popolazione che abita/lavora nel quartiere(capacità di ascolto attivo e
di interlocuzione con una pluralità di registri);
d. definire, a partire dall'interazione con i soggetti locali le problematiche del quartiere e le priorità
di intervento(atteggiamento proposisitivo ed intraprendente nella individuazione di priorità e di
prime soluzione dei problemi);
e. individuare i conflitti(quotidiani e non) ed i disagi che emergono nel quartiere e orientarsi ad una
loro gestione creativa(capacità di definire con una buona autonomia le modalità più efficaci di
gestione creativa dei conflitti e di conduzione del servizioVDQ);
f. definizione del proprio ruolo in stretta relazione alle problematiche specifiche del quartiere e alle
possibilità di soluzione(approccio di tipo progettuale e non centrato sul mansionario e capacità di
costruire prospettive a partire dalla condivisione di interessi e piuttosto che dal confronto di
posizioni)
LINEE GUIDA PER IL SERVIZIO VIGILI DI QUARTIERE
1. il VDQ conosce capillarmente ed è radicato sul territorio: l'attività dei vigili di Quartiere consente
di acquisire una conoscenza minuta di specific he porzioni di territorio e delle sue
popolazioni(abitanti, utenti, soggetti economici);
2. attiva il VDQ relazioni dirette con i cittadini: la presenza costante e continuativa in un quartiere e
la disponibilità di ascolto sono fattori di fondamentale importanza per costruire una rete di
comunicazione, per influire sulla qualità della vita quotidiana e sulla sua percezione da parte del
cittadino.
3. il VDQ è un punto di riferimento quotidiano: il servizio dei Vigili di Quartiere configura
un'attività di " reach out " e di prossimità nei confronti della popolazione: Il Vigile di Quartiere, per
la sua visibilità e accessibilità rappresenta un " front office" per l'intera struttura comunale agli
occhi del cittadino, soprattutto nei quartieri in cui la percentuale di insicurezza è più radicata o vi è
una maggiore concentrazione di problemi;
4. il VDQ svolge un ruolo di interfaccia cittadini/governo locale: i Vigili di quartiere si configurano
come "organismi ricettivi" con potenzialità legate peraltro alla loro alta visibilità, accessibilità e
presenza costante sul territorio; diventano un nodo chiave dei processi di individuazione/soluzione
dei problemi, soprattutto di quei problemi "quotidiani" e "minori" che però condizionano la qualità
della vita privata, di uno stabile, di una via, di un quartiere…
5. il VDQ sollecita l'attivazione di procedure innovative di intervento intersettoriale ed inter - ente
su problemi di natura complessa: il servizio offre una serie di situazioni concrete in cui
sperimentare modalità nuove di intervento da parte dell'Amministrazione Comunale a problemi che
per la loro natura richiedono necessariamente un intervento congiunto dei diversi settori e/o enti;
6. il VDQ svolge un'attività innovativa: il carattere peculiare del servizio consente una parziale
autonomia nella gestione di problemi complessi per i quali le procedure ordinarie, legate alla
settorializzazione delle competenze, non sono molto efficaci, soprattutto in termini di rapidità di
intervento;
7. il VDQ struttura il suo servizio in relazione ai problemi/contesti locali: il vigile di Quartiere
mette in atto un approccio centrato sui problemi specifici del quartire piuttosto che prescrittivi e
centrato sul "mansionario": Al consueto "patto" che lega l'agente al comando centrale, nel servizio
dei VDQ l'agente stringe un patto anche con il "suo" quartiere;
8. il servizio dei VDQ richiede richiede un orientamento prestazionale e non prescrittivo al servizio:
per questo è fondamentale un'attività di coordinamento centrale ma anche una autonomia e
consapevole discrezionalità da parte degli agenti nello svolgimento del servizio;
9. il servizio VDQ richiede la predisposizione di strutture di supporto interne alla PM: in relazione
al numero di quartieri sui quali è attivato il servizio, così come in quei quartieri che risultano
distanti dal Comando di Zona, è previsto il rafforzamento della struttura di supporto ai VDQ. Le
"soluzioni" prefigurate possono essere di varia natura: alcune pattuglie automontate ad hoc a
disposizione dell'Ufficio di Coordinamento ed alcune postazioni fisse nel quartiere a disposizione
del VDQ;
10. il servizio dei VDQ trae beneficio da momenti di confronto sistematico tra VDQ, tra VDQ e
Istruttori Direttivi, tra VDQ e Responsabili di Zona, tra Istruttori Direttivi: momenti di confronto e
relazioni costanti consentono lo scambio e la stratificazione delle esperienze sul campo e la
formulazione di proposte e sollecitazioni per il miglioramento del servizio;
11. il servizio del VDQ richiede una valutazione in termini qualitativi e non solo quantitativi: le
specificità del servizio non permettono una valutazione classica di tipo quantitativo, legata
sostanzialmente al numero di verbali, necessitano di una valutazione qualitativa, che tenga in conto
la capacità del Vigile di Quartiere di costruire reti di fiducia e collaborazione con la popolazione,
conoscere a fondo le caratteristiche e le specificità del quartiere ed i maggiori problemi ad esso
connessi;
12. il VDQ collabora con le Forze dell'Ordine scambiando informazioni e comunicazioni e
garantendo un punto di riferimento costante nei quartieri;
13. il servizio VDQ si configura come un laboratorio di sperimentazione per il rinnovo delle
procedure interne della Polizia Municipale e dell'assetto organizzativo della struttura Comunale in
generale.
(1) Un approfondimento sull'orientamento dell'Assessorato in merito alle politiche di sicurezza
urbana è più diffusamente restituito in Bricocoli M., Romano I., (2000), "Sicurezza urbana e
periferie: politiche di integrazione o integrazione delle politiche? Come una lettura in diagonale
delle due interviste all'assessore Artesio a Torino e Del Debbio a Milano può mettere in luce 'effetti
di sicurezza' sorprendentemente simili", di prossima pubblicazione, Archivio di Studi Urbani e
Regionali.
(2) Per una restituzione dettagliata di questo processo, si rimanda a Progetto Sicurezza Urbana e
Qualità della Vita (1999) "Elaborazione di una mappa del rischio per l'individuazione dei perimetri
dei vigili di quartiere", dossier 1/99, Comune di Milano, Assessorato alla Sicurezza Urbana.
(3) I soggetti partecipanti al Tavolo Operativo, coinvolti in qualità di conoscitori esperti sul campo
del contesto milanese, sono stati: Francesco Paolo Tronca (Capo di Gabinetto della Prefettura di
Milano), Filippo Lapi (Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Milano), Angelo Rossi
(Comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri di Milano), Alessandro Falorni (Comandante
del Gruppo di Milano della Guardia di Finanza), Enrico Cecchi (Direttore del Nucleo di Milano,
Direzione Investigativa Antimafia), Marco Maria Alma (Sostituto procuratore presso la Direzione
Distrettuale Antimafia del Tribunale di Milano), Daniela Borgonovo (Sostituto Procuratore presso il
tribunale di Milano), Nicola Cerrato (Sostituto Procuratore presso la Pretura Circondariale di
Milano), Livia Pomodoro (Presidente del Tribunale dei Minorenni di Milano), Giuseppe Crdini
(Sezione Problemi del Territorio, Polizia Municipale).

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